Il diritto alla speranza

#DeLaurentiis: “La continuità nella SSC Napoli, dalla mia presidenza in poi, non si è mai avuta. Perché voi dal 1926 fino al primo scudetto non avete vinto nulla in 60 anni. Allora non potete rimproverare a me che non voglio vincere lo Scudetto. De Laurentiis vuole vincere lo Scudetto, ma ci sono delle regole. Se io dico che quest’anno vinceremo lo Scudetto metto anche l’allenatore in una situazione di fuoco incrociato da parte dei media. Invece l’allenatore deve essere straprotetto“.

Il padre padrone della SSC Napoli, per quanto mi riguarda, è un semplice proprietario di una Società sportiva, non certo del Napoli. Per noi tifosi c’è una bella differenza tra le due cose: un conto è essere a capo di un pezzo di storia del calcio, di una tifoseria prima nel mondo per amore incondizionato, per speranza, per fede, per anima divisa tra vita quotidiana e calcio, per sopportazione delle sofferenze, per senso di appartenenza e per adorazione del più grande giocatore di sempre. Tutt’altro  è essere un anonimo detentore delle quote di maggioranza di una società sportiva. Ormai la sua retorica da Mangiafuoco non è più neanche una notizia. Le sue non sono gaffe, sono patetici e regolari insulti diretti all’essere napoletano e tifoso del Napoli. Per lui la SSC Napoli è uno spettacolo circense virtuale. Non ci sono animali esotici reali, acrobati e domatori in carne e ossa, clown, prestigiatori, esistono solo le immagini televisive a pagamento di tutto questo, unico motivo della sua presenza a Napoli e nella sua SSC. I tifosi sono solo un fastidioso rumore di fondo, di impaccio per i suoi scopi, peraltro portatori di “assurde” speranze di vittoria. Il senso di orgoglio e riscatto di un intero popolo calcistico per lui sono solo frustrazioni di persone vessate dalle mogli, dalle amanti e dai capiufficio. Questo è il pensiero di uno sbiadito piazzista che tenta di arginare la passione con la banalità e i luoghi comuni delle sue rancorose invettive. Lui non ha mai rappresentato alcuna tradizione, è stato (ed è) solo un simulacro di novità, un illusionista al tramonto che non ha ancora capito di essere ormai decrepito, superato dal tempo del calcio attuale, quello vero. Se avesse solo un briciolo di rispetto per noi tifosi, invece di oltraggiarci e oltraggiare bandiere come Dries Mertens e Kalidou Koulibaly, dando loro dei mercenari dopo che  hanno dato l’anima per il Napoli, seguirebbe, lui, il proprio destino accettando il “vil denaro” di un compratore serio e affidabile e si congederebbe dignitosamente da una città e da una squadra che non ha mai né amato né onorato, ma ha solo trattato come una banale Srl. Presidente ci faccia questo favore, ci liberi dalla sua avvilente presenza e ci consenta di tornare a sperare. Noi napoletani lo facciamo da duemila anni e siamo ancora qui, nonostante tutto e tutti, compreso Aurelio De Laurentiis.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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