“Into the wild”. Di Maio e l’alta velocità

E se io stessi sorridendo e stessi correndo tra le vostre braccia, riuscireste a vedere… quello che vedo io ora?” disse Christopher McCandless, alias Alexander Supertramp, prima di morire avvelenato dopo l’ingestione di erbe tossiche in una zona sperduta dell’Alaska, così come immortalato in Into the Wild.
Dopo aver appreso la notizia del comunicato ufficiale del premier Giuseppe Conte a proposito della decisione di avallare la TAV Torino Lione, mi sono imbattuto su fb in un link della pagina ufficiale di Luigi Di Maio che mostrava un suo comunicato, del quale mostro l’inizio con la parte che mi intriga di più, grassettata e sottolineata:

https://www.facebook.com/522391027797448/posts/2375011995868666?s=100004243568129&sfns=mo

NO ALLA TAV TORINO-LIONE

Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Conte, che rispetto. Il Presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere.
Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese.
Sarà il Parlamento ad avere la responsabilità di avallare un progetto prevalentemente di trasporto merci (e sottolineo trasporto merci) mentre non esiste ancora l’alta velocità per le persone in moltissime aree del Paese.

Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari…”

Lo stupore di Alexander Supertramp e il mio si devono essere avvicinati molto. Vada il pippone  politico/filosofico di Di Maio, a uso e consumo dei suoi accoliti No Tav, sulla modernità, sui tempi di progettazione e realizzazione dell’opera, sulle condizioni scadenti della restante rete ferroviaria ecc. ecc., ma la TAV verso Matera è qualcosa che va oltre ogni considerazione politica. Un capolavoro filosofico, degno di un Nietzsche, una genialata letteraria paragonabile a un opera di Jules Verne, un cult creativo che va oltre 2001: Odissea nello spazio.
Immaginiamo per un attimo che il M5S sia al governo da solo, sostenuto da una maggioranza assoluta e che, vista la critica ai tempi di realizzazione della Torino Lione, la grande opera Milano-Torino-Matera inizi e finisca in sei mesi, con l’ausilio della telecinesi extraterrestre e dei superpoteri delle sirene marine, tutte realtà prese da alcuni importanti esponenti del Movimento in seria considerazione. Immaginiamo la moltitudine di passeggeri che pur di raggiungere i ben noti Sassi e le case di pietra storiche della splendida città lucana, si accalchi sulle banchine ferroviarie di Milano Centrale. Centinaia di migliaia di passeggeri che da tutte le capitali europee, già collegate da decenni con i treni ad alta velocità, vorranno raggiungere la Basilicata, oltre che per turismo, per lavoro e affari. È noto in tutto il mondo che quelle siano zone dove l’innovazione tecnologica, logistica, energetica è all’avanguardia. Lo stesso Di Maio si farebbe parte diligente per generare un gemellaggio tra Matera e Cupertino dopo la realizzazione dell’opera. I viaggiatori, che in sole 4 ore raggiungerebbero il famoso polo tecnologico sito nelle grotte a ridosso della Gravina, sarebbero accolti nel nuovissimo super Terminal ferroviario della Murgia con i prodotti tipici della zona. Qui il governo pentastellato, per incoraggiare gli investimenti stranieri, penserebbe al reddito fiscale di (sotto)cittadinanza, nel senso che chi intendesse aprire un’attività imprenditoriale o una nuova startup negli anfratti cavernosi sotto la Civita riceverebbe uno sgravio fiscale, pagato in natura con strascinati, cartellate, e pecorini stagionati.
Anche l’indotto alberghiero si gioverebbe dell’approdo dell’alta velocità. Unità abitative a cinque stelle (un po’ di propaganda al Movimento non fa mai male…) potrebbero essere scavate dentro le rocce della zona per ospitare, a solo poche ore da Roma, Parigi e Berlino, i clienti più esigenti in tema di comfort alberghiero. Ogni ospite potrebbe raggiungere i siti produttivi del comprensorio industriale con ecologiche teleferiche personalizzate che, dal foro di ingresso della camera scavata nella montagna, trasporterebbero i manager e i finanzieri direttamente nei moderni uffici ricavati dalle dimore storiche di pietra tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso. Insomma un trionfo di decrescita felice e produttiva!
D’altronde, sempre come disse Christopher McCandless, mentre si stava per avviare a piedi verso le ospitali terre dell’Alaska: “L’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze.”

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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