L’ipocrisia che cura l’apparenza

Il calcio è una straordinaria forza aggregante. Unisce interi popoli attraverso regole del gioco comuni e diventa spesso un riferimento a ciò che la cronaca racconta. Assistere a una partita oltre al significato semplicemente sportivo, aiuta a entrare in altre realtà anche a chi non è avvezzo a informarsi. Guerre (vedi Ucraina, Cecenia, Siria, Afghanistan…), fatti di cronaca (vedi narcotraffico in Colombia negli anni passati e in Messico oggi) e tante altre notizie hanno fatto il giro del mondo anche attraverso la notorietà del calcio giocato.

Un sito web di parte (…la mia, di tifoso), “Il Napolista”, apprezzato perché esprime ancora concetti e non ululati, ha pubblicato un articolo scritto dal noto attore teatrale Nello Mascia, mio concittadino. Le sue parole esprimono alcune considerazioni sul caso degli adesivi raffiguranti Anna Frank, diffusi da tifosi o pseudo tali. Tra tutte le sue opinioni mi ha colpito una frase: “…evitiamo che l’orribile frase di Lotito sia l’unica cosa sincera di questi giorni bui…”. Si riferiva alla chiacchierata telefonica privata del presidente della Lazio colta e registrata da qualcuno nella quale avrebbe affermato a proposito della sua visita alla Sinagoga: “…Andiamo a fa sta pagliacciata…”.

A parte gli aggettivi scelti dall’autore, che forse potrebbero essere utilizzati per aggettivare cose più serie, condivido in pieno il resto della frase. Il presidente della Lazio secondo Mascia avrebbe espresso ciò che pensa realmente. Ma davvero crediamo che il mondo del calcio, un mondo che ruota intorno a svariati miliardi di euro, (tanti da pareggiare il debito pubblico di piccole nazioni), sia realmente contrito per un idiota tentativo di provocazione di alcuni soliti noti? Chi lo pensa, o vive su Marte o mente sapendo di mentire. A tal proposito sento la necessità di proporre i seguenti estratti giornalistici: “Non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima e il cuore e detesta l’ipocrisia. Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!“. Lo ha detto Papa Francesco durante l’omelia pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica all’Air Defense Stadium de Il Cairo. http://www.globalist.it/world/articolo/215153/il-papa-meglio-non-credenti-che-credenti-ipocriti.html

Il Pontefice pontifica sull’ipocrisia, forse perché quest’ultima è, dopo l’aria e l’acqua, uno degli elementi gratuiti più diffusi al mondo. Un’impressionante moltitudine di persone armate di social utilizza ciò che il piatto d’argento mediatico offre per innalzarsi sul punto più elevato del podio dei buoni, corretti, accoglienti, solidali, tolleranti e quindi contriti e indignati, a seconda di dove tira l’aria. A tal proposito un ottimo esempio di indignazione da podio è nell’edizione de “Il Manifesto” del 27 ottobre 2017. C’è un articolo dal titolo: “Anna Frank, l’oblio dalla parte del vincente” di Enzo Collotti nel quale egli afferma: “Non è un caso che sia nel mondo della destra, estrema o meno, si diffondano comportamenti e atteggiamenti che sfociano nel razzismo, in un momento in cui le pulsioni razziste sono alimentate da paure, reali o stimolate ad arte, che traggono forza dai ben noti processi migratori che forniscono il pretesto per ogni sorta di eccesso provocatorio o difensivo che dir si voglia.”

https://ilmanifesto.it/anna-frank-loblio-dalla-parte-del-vincente/

Partendo dagli adesivi in questione il giornalista arriva a un atto di accusa verso chi non è di sinistra. Certo, se un comunista prendesse atto che oltre a se stesso non esistono solo squadristi in fez e moschetto a tracolla, egli si dissolverebbe come neve al sole, perché nel 2017 è esclusivamente quell’iconografia a tenerlo in vita. Quindi per lui è comprensibile il tentativo di appellare come esclusivamente fascisti gli atti di razzismo. Tuttavia è singolare che chi festeggia la rivoluzione sovietica possa dar lezione di anti razzismo a danno degli ebrei o chi manifesta contro l’esistenza dello Stato di Israele sia idoneo a pontificare sul pensiero di chi non è allineato con la sinistra. E non valgono a molto i distinguo, tutti molto chic e politically correct tra antisionismo (opposizione allo Stato ebraico) e antisemitismo, come scritto dal filosofo francese Jankélévitch, “l’antisionismo è l’antisemitismo con una giustificazione, messo infine alla portata di tutti”.

Comprendo la freddezza di un quotidiano comunista per la dottrina religiosa, anche se Papa Francesco ha rinfocolato anche le frange più estreme del pensiero socialista, ma lo stesso Pontefice ammonisce sull’uso indiscriminato dell’ipocrisia.

Non vorrei che partissero un bel po’ di scomuniche…

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.