SSC Napoli e psicanalisi. L’inferno di noi tifosi

Ho visto cose che voi umani…

Ho visto poco fa Higuain, Cristiano Ronaldo e Dybala (…una mezza manovra finanziaria in tre) che aggradivano con crudeltà sportiva sulla trequarti avversaria un difensore dell’Udinese, di cui faccio fatica a ricordare il nome, come in una qualunque partita di serie D.

Ho visto la Juventus di Sarri, un tempo chiamato “Il Comandante”, che lanciava con Bonucci dalla propria trequarti un attaccante che si avventava insieme ai tutti i suoi compagni sulla porta dell’Udinese come fossero un Benevento qualunque.

Ho visto giocatori milionari, che hanno vinto 8 scudetti di fila, mordere gli avversari come il Cagliari di Gigi Riva.

Ho visto attaccanti della Juve ripiegare nella propria area per aiutare i difensori a contrastare l’Udinese (…non il Manchester City di Guardiola) come nella partita più importante della loro vita.

Ho visto la mia squadra del cuore ieri contro il Parma, (…non contro il Manchester City di Guardiola) senza la consapevolezza di cosa è il Napoli e chi siamo noi tifosi azzurri.

Ho visto Mario Rui, fermarsi e guardare tenendosi a cinque metri di distanza un certo Kulusevski mentre faceva solo ciò per cui viene pagato e cioè fornire un assist vincente al suo compagno Gervinho che ci ha spedito definitivamente all’inferno. 

L’inferno non è quello di giocatori svogliati, capricciosi, bisognosi di affetto e di uno psicanalista o quello di De Laurentiis che “dall’alto” della sua struttura societaria e del suo “palmares”, spedisce a casa chi di vittorie se ne intende davvero. Non è neanche quello di Gattuso che evidentemente non sa in che guaio si è cacciato. L’inferno è quello di noi tifosi azzurri che dopo aver respirato per anni aria di alta quota non riusciamo a farcene una ragione. I sabati sera e le domeniche sono diventate anonime. Pensavamo di aver fatto il salto di qualità e invece abbiamo saltato il fosso della mediocrità, quella di chi non sa cosa significa sudare la maglia sul campo. Rino “Ringhio” invece di far studiare i video delle partite inutili del suo Napoli attuale ai suoi farebbe bene a mostrare ai giocatori quelle della Juve, anche se scrivere queste cose mi costa molto…

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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