Il calcio di Giuseppe Marotta e la cultura vincente de noartri

A volte ritornano. Era da un bel po’ che Giuseppe Marotta attuale dirigente sportivo dell’Inter non perdeva occasione per dimostrare quanto fosse ininfluente con il suo pensiero. Per carità, si può essere molto influenti nel proprio campo professionale e non esserlo nelle proprie affermazioni. Al Festival dello sport a Trento ha dichiarato: «Rispetto il Napoli che sta facendo un grande percorso, ma le preoccupazioni maggiori te le danno sempre le squadre con una consolidata cultura vincente, quindi Juve e Milan». Sarebbe interessante farci spiegare dal diretto interessato cosa intende per cultura vincente. Se intende l’abitudine a vincere c’è da dire che, a parte la Juventus (…e comunque solo in Italia), non sembra che il Milan e la stessa Inter negli ultimi dieci anni abbiano coltivato quest’abitudine. Il Milan l’ultimo titolo internazionale prestigioso l’ha vinto nel 2007, l’ultimo campionato italiano nel 2011 e l’ultimo titolo in assoluto nel 2016 (Supercoppa italiana). L’Inter di Marotta, prima dello scudetto dello scorso anno, non vinceva proprio nulla dal 2011. Neanche si può parlare di cultura vincente in relazione alle Società calcistiche: i cinesi proprietari dell’Inter, tolto lo scorso campionato, vinto per manifesta incapacità degli avversari, non hanno mai vinto altro, così come gli attuali proprietari del Milan. Dubito che la sola presenza di un grande campione come Paolo Maldini tra gli attuali dirigenti rossoneri possa da sola rappresentare una cultura vincente che incida in campo. Tuttavia, Marotta, come già dimostrato nel suo passato bianconero, insiste a minimizzare i risultati del Napoli che in questi ultimi dieci anni ha comunque vinto più di Milan e Inter messi insieme, oltre a posizionarsi in campionato costantemente sopra le due milanesi. Da qui l’irrilevanza di chi, evidentemente alle prese con gli enormi debiti societari in cui versa l’Inter cinese, si nasconde dietro frasi fatte dal sapore acido. Sarebbe meglio per lui, per l’Inter da lui governata, per il Milan e pure per la Juventus (circa 1 miliardo di euro di debiti in tre) oltre a inneggiare a una cultura vincente o pseudo tale, parlare di una cultura dei bilanci da loro mai rispettata, con risultati sportivi in Italia e all’estero avvilenti.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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