Meglio i napoletani o la munnezza?

Apprendo con grande disappunto che i significati di ironia, sarcasmo, comicità con i relativi sinonimi sono cambiati a mia insaputa! A informare me e tutto il resto dei lettori sprovveduti non è l’Accademia della crusca, ma una nota associazione filantropica che promuove la cultura e la lingua italiana nel mondo: gli ultras de “La Curva Nord di Bergamo”

http://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/atalanta/2018/11/30-50543965/ultras_atalanta_cori_contro_napoli_solo_campanilismo/

In un comunicato stampa, che sbaraglia ogni ricerca filologica sul linguaggio, gli ultrà atalantini chiariscono in modo definitivo il concetto di campanilismo: “A Bergamo è sempre stata una questione di campanilismo e non di razzismo: ben venga quando sentiamo Bergamasco contadino cantato a gran voce nella maggior parte degli stadi italiani! Ben vengano gli ‘odio Bergamo’. Tutto questo vissuto sulla nostra pelle non ci ferisce, tutto questo non lo reputiamo razzismo ma anzi ci lega semplicemente di più alla nostra terra, ci rende ancor più fieri delle nostre origini. Noi non siamo Napoletani… la cosa è abbastanza evidente per tutti ma non per qualcuno!”.

In effetti questi signori non hanno torto quando urlano “Noi non siamo napoletani!” È una fortuna che loro non lo siano, (…più che altro per noi che lo siamo), ma essi nell’insegnarci il nuovo concetto di ironia vogliono convincerci che un campione abbastanza significativo dei cori ascoltati negli stadi italiani siano da definire “campanilistici”, così come lo è il festival del marrone di Cuneo Vs la Sagra della pasta con le sarde (ho effettuato un taglia e incolla brutale per far notare l’ultimo stile grammaticale che i vari letterati dei gruppi ultras italiani stanno diffondendo):

UN GIORNO ALL IMPROVVISO IL VESUVIO ERUTERA, E STA CITTA DE me**a SUL FUOCO

LAVERA… COLERA A SALMONELLA MA SIETE ANCORA QUA… qualè l epidemia che vi STERMINERAAAAAAAAA!!!!! OOOOOOOH OOOOOOOH OOOOOOOOH OOOOOOOOH!!!!!!!

Senti che puzza scappano li cani stanno arrivando i napoletani o colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati….. Napoli me**a, Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera

Che Bello é quando erutta il Vesuvio, Scende tutta la lava. Scompare la Campania

Napoletano brucia nell’immondizia

Senti come puzza Senti come puzza Naaaapooli sarà perchè so’ zingari sarà perchè so colerosi

sarà perchè n’se lavano oh Vesuvio pensaci tu!

E sembra che lui dorma come Etna e Stromboli(x4) ….e invece no il mio sogno esaudirò(x4)…… Vesuvio erutta tutta Napoli distrutta(x4)

VESUVIO Bruciali TUTTI BRUCIALI TUTTI ALE ALE ALE VESUVIO PENSACI TE VESUVIO BRUCIALI OLE OLE OLE

Queste litanie, insieme a un elenco di circa 34 pagine, sono custodite in un “prestigioso” sito web http://www.coridastadio.com/migliori/contro/napoli che fornisce punteggi al “coro migliore” contro i napoletani e contro altrettante squadre di calcio o città o cittadini.

La stampa sportiva, fino a oggi ha elegantemente glissato su tutto questo, salvo indignarsi per tre o quattro minuti quando si arriva a usare gli “sfottò campanilistici” contro i vivi, prendendosela con i morti, che siano dell’Heysel, di Superga o di quelli probabili dopo un’eruzione del Vesuvio; meglio tenere il calcio, alias la gallina dalle uova d’oro, al riparo da pericolose turbolenze…

Comunque, dopo questa lezione della prestigiosa Accademia linguistica nerazzurra di Bèrghem de hura vado a riguardarmi sul web tre persone che di comicità e ironia se ne intendevano sul serio, allora come oggi. I seguaci della nuova tendenza linguistica dovrebbero piazzarsi davanti al video e apprendere ciò che Sarcinelli, Giobbe e Paolantoni spiegavano nel 1990, per capire meglio in cosa consista l’ironia.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.