Polemismo all’italiana

Premetto che questo è un post scritto qualche settimana fa. Oggi non avrei la testa e la voglia per comporlo visto il mio lavoro in uno dei maggiori ospedali cittadini. 

Basta rivolgersi a un qualsiasi social o a uno dei tanti talk show dove l’infodemia impazza per rendersi conto dell’impressionante numero di polemisti il cui lavoro è tutto racchiuso in questo aggettivo. Un ossessivo loop di invettive contro ogni decisione di qualsiasi autorità costituita, non importa se Governo, Giunta regionale, Comune, Asl. In tempo di pace sarebbe il sale della democrazia, di questi tempi è uno stridente esercizio di informazione autoreferenziale. Non serve a ravvivare un dibattito che, durante un’emergenza sanitaria, non è funzionale, a meno che non fornisca alternative valide a chi ha l’onere di prendere decisioni. Se la casa sta bruciando e si è dentro le fiamme è inutile provocare zuffe su chi sarebbe stato più adeguato a evitare l’incendio ormai già scoppiato. L’unica cosa da fare è uscire fuori di corsa, supportando chi è in maggiore difficoltà. Se solo la metà dei polemisti in attività si trasformasse in “costruttusti”, magari fornendo nuove alternative a chi le ha esaurite tutte, forse riusciremmo a essere fuori dalla casa in fiamme, tutti sani e salvi. Ciò che è avvilente in una condizione di stress del Servizio Sanitario Nazionale, in particolare negli ospedali di tutto il Paese, è l’assoluta amnesia dei suddetti influencer nei confronti di medici, infermieri, Oss, e tutti quelli che a qualunque titolo sacrificano le proprie vite e il proprio equilibrio psicofisico a curare senza se e senza ma tutti quelli che ne hanno bisogno e sottolineo tutti! È vero, è la nostra missione, ma, oltre ai dibattiti polemici, esistiamo anche noi! Si scrive e si parla solo dei conflitti tra No Vax, Ni Vax, Si Vax, di Green pass, Governi inadeguati, di errori da parte di chiunque abbia l’onere di decidere, ma, tra questi professionisti della rissa chi aiuta coloro che curano tutti, senza distinzione di pensiero? Chi sottolinea l’abnegazione di chi lavora con turni di dodici ore e non vuole essere chiamato eroe, ma chiede solo di non essere dimenticato o, peggio, derubricato come uno che fa solo il suo dovere?

Ma chi fa libera informazione in rappresentanza di sé stesso che doveri avrebbe oltre a decidere chi ha danzato meglio a Ballando sotto le stelle o chi su Twitter, dopo aver incendiato le polveri, scrive ai suoi lettori: ” Siate British nei commenti: offendere è inutile e comunque sbagliato 🙏🏻”.

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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