Programmi TV di evasione e la retorica dell’indignazione

Così parlò Fabio Fazio:

«Il Prof. Prodi ha detto in un intervista rilasciata a Repubblica che il PD si dovrebbe presentare con un solo ordine del giorno: lotta spietata all’evasione fiscale. Perché non è possibile equiparare a un crimine gravissimo l’evasione fiscale in questo Paese e recuperare i soldi? Ma quelli veri, quelli totali che esistono e non riusciamo a prendere hanno un’evasione talmente grande che risolverebbero i nostri problemi…»

Questa è  la testuale domanda di Fabio Fazio in TV all’ex ministro Giovanni Tria e a Carlo Cottarelli, entrambi invitati ieri sera a Che tempo che fa su Rai 3. Non cito la risposta dei due economisti perché uno ha rammentato i suoi meriti sull’avvio della fattura elettronica, come inizio di un nuovo corso teso al recupero della fiscalità perduta e l’altro ha cambiato discorso.

Premetto in anticipo e a scanso di equivoci la mia palese antipatia per Fabio Fazio e preciso che non è di natura ideologica, ma del tutto personale. Non mi piace il suo sorrisino accomodante, la sua retorica d’antan, l’eccesso sino all’inverosimile di cortesia di facciata. Non mi convincono le scuse a suo discarico che giustificherebbero questi atteggiamenti come necessari per esigenze televisive. Insomma, lo trovo irritante. Questa volta ho trovato irritante anche il suo show populista sull’evasione fiscale. La citazione di uno come Romano Prodi, autore dell’ormai dimenticato, (…soprattutto da Fazio) condono previdenziale ed edilizio varato dal suo Governo nel 1997 (ministro delle Finanze Vincenzo Visco), è stata il prologo di un’affermazione che, in quanto a populismo, rasenta per toni il suo odiato osteggiatore Matteo Salvini: “Perché non è possibile equiparare a un crimine gravissimo l’evasione fiscale in questo Paese e recuperare i soldi.” ha sibilato Fazio ammiccando ai due ospiti.

Il tema della repressione dell’evasione, caro a tutti e in particolare alla sinistra di questo Paese, riemerge quando c’è da sventolare una forca per giustificare la scarsità di risorse economiche. Le cose però sono più complesse di come si vogliano far credere. Se circa 5 Italiani su 10 evadono nei modi più disparati 

https://www.corriere.it/economia/leconomia/17_maggio_16/tasse-numeri-che-nessuno-svela-meta-italia-non-paga-66f889a8-3a0a-11e7-acbd-5fa0e1e5ad68.shtml

significa che tra i forcaioli eccitati dalle parole di Fazio/Prodi ce n’è qualcuno che senza accorgersene si augura di essere condannato nel prossimo futuro.

Che vuol dire evasione fiscale: qualche dato

Negli USA l’evasione fiscale è equiparata, come afferma Fazio, a un crimine gravissimo, ma c’è un però: là è permesso scaricare a credito praticamente tutto. I contribuenti sono incoraggiati a chiedere ricevute fiscali e fatture, assumere personale non in nero, dichiarare sempre l’IVA (Sales tax), pagare tutte le imposte indirette, ecc. In pratica più dimostro di pagare, più il Sistema mi dimostra riconoscenza mediante un credito di imposta. 

Qualcuno si è mai chiesto quali siano i reali meccanismi umani alla base dell’evasione? Il nostro Fabio nazionale la risolve facilmente con una bella diga alta 100 metri tra onesti e criminali. Tuttavia, in uno studio pubblicato su Science, Bill Harbaugh e colleghi hanno dimostrato che trasferimenti di denaro, anche forzosi, come nel caso delle tasse, se destinati ad una buona causa, (nell’esempio dello studio il finanziamento di una organizzazione no-profit), attivano nel nostro cervello il sistema della ricompensa che generalmente ci spinge a comportamenti piacevoli e utili per l’organismo (Harbaugh, W., 2007. Neural responses to taxation and voluntary giving reveal motives for charitable donations, Science, 316 (5831):1622-5). 

https://www.ilsole24ore.com/art/l-evasione-si-combatte-anche-favorendo-fedelta-fiscale-ACqoCqI?refresh_ce=1

Questo strano risultato mette in luce un tema interessante: la reciprocità. La disponibilità a pagare volontariamente le tasse aumenta o si riduce in relazione alla bontà e all’efficacia di ciò che lo Stato decide di fare con i nostri soldi; se riteniamo che siano ben spesi nel finanziare un sistema scolastico, sanitario, giudiziario e amministrativo di qualità o politiche economiche e infrastrutturali utili ed efficaci, la nostra motivazione a contribuire aumenterà.

Ma chi sono davvero gli evasori fiscali (i cd. criminali di citati da Fabio Fazio)?

La Fondazione Nazionale Commercialisti ha effettuato uno studio che traccia l’identikit del presunto evasore e le sorprese non sono mancate.

https://www.ilsole24ore.com/art/commercialisti-l-evasione-fiscale-riguarda-tutti-AEmNsbCF

Premesso che per evasore si intende sia chi non paga le tasse perché non vuole farlo, sia chi non le paga perché non può farlo. Ad esempio, un figlio che eredita la casa del padre con cui ha convissuto e che, senza reddito, non ha la possibilità di versare le relative imposte. Insomma “evasore” non implica necessariamente il “dolo”, la malafede, anche se, per la legge, si può considerare evasore colui che non paga una cartella esattoriale di poche centinaia di euro. Secondo l’analisi, l’evasione (sia fiscale che contributiva) può essere così distribuita. In questo momento l’evasione totale in Italia ammonta a 108 miliardi di euro: tale è la cifra che manca nelle casse dello Stato. Di questi soldi, sappiamo che

  • il 54,2% deriva dall’evasione di artisti, ditte individuali, professionisti e società;
  • il 45,8% deriva da tutti gli altri contribuenti, di cui l’80% sono lavoratori dipendenti e pensionati.

Luoghi comuni fiscali

È tutt’altro che vero, dunque, il luogo comune secondo cui dipendenti e pensionati pagano le tasse e che il totale dell’evasione è riconducibile alle partite Iva. Anzi, i professionisti costituiscono oggi una minima parte, se si tiene conto che questi dividono il 52,2% dell’evasione con le ditte individuali (ce ne sono tantissime in Italia), le società e gli artisti. Dall’altro lato, circa il 38% dell’evasione totale è addebitabile a lavoratori subordinati e pensionati. Come mai? Innanzitutto il fenomeno è attribuibile al lavoro dipendente irregolare, quello cioè svolto in nero che sfugge sia all’imposizione fiscale (pagamento dell’Irpef) che a quella contributiva. Solo questo genera ben 10 miliardi di euro di evasione. C’è poi l’evasione dovuta ad affitti in nero, omesso pagamento dell’Imu e del canone Rai che, in totale, comporta un’evasione di 7,4 miliardi di euro. 

L’imposta più evasa in Italia resta  l’Iva che determina un ammanco per l’erario di ben 35,8 miliardi di euro. Quando il lavoratore dipendente o pensionato si indigna per l’evasione altrui e afferma di pagare tutte le sue tasse fino all’ultimo centesimo, poi accetta la proposta «100 senza fattura» invece che «122 con fattura», può legittimamente non rendersene conto, ma è lui che sta evadendo i 22 di Iva» conclude lo studio della Fnc. 

L’evasione fiscale è un fenomeno trasversale e anche il piccolo consumatore – che non ha la partita Iva – se ne infischia delle norme quando si tratta di risparmiare qualche decina o centinaio di euro sulla parcella del medico o sulla fattura alla ditta di lavori.

Manettismo televisivo

Per cui, tornando alle parole di Fabio Fazio, bisognerebbe capire a chi si riferisca quando parla di quelli: “che hanno un’evasione talmente grande che risolverebbero i nostri problemi...?” Se si dovesse prendere sul serio ciò che sostiene, lo Stato per punire i colpevoli (…quasi un italiano su due) dovrebbe ideare enormi campi di detenzione per tutti i “criminali” evasori, e associarli per efferatezza  ai peggiori delinquenti: ma lui un tempo (…fino a qualche settimana fa) non era un progressista lontano dalle posizioni populiste dei pentastellati?

Author: admin

Michele Morandi nasce a Napoli nel 1964. Dal 1990 vive a Torino dove svolge la professione di Medico Igienista. Il suo indissolubile legame con Napoli, così come la cultura degli anni ’70, hanno fortemente influenzato la sua azione creativa. La trasposizione di immagini e vissuti del passato sono sempre diretti a un’interpretazione della realtà corrente. Nel 2013 pubblica per la Hever editrice L’uomo che non esiste. Il volume è stato presentato a Napoli presso la Saletta Rossa della Libreria Guida e a Torino al Salone Internazionale del Libro di quell’anno. Nel 2015 pubblica sempre per la Hever editrice Il teorema della memoria, presentato a Torino in anteprima presso il Salone Internazionale del Libro e a Napoli presso il Palazzo delle Arti. Nel 2019 pubblica per L’Erudita del Gruppo Giulio Perrone Editore Segui la marea. E’ autore del blog Il buco nelle nuvole, una pagina che oltrepassa la cortina nebbiosa del politically correct e del pensiero unico oggi imperante nel giornalismo e nella politica.

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