Tra crisi politiche, governi a tavolino, ribaltoni e cotillons una “notizia” appare sul Corriere dei Corrieri (della Sera): «Trapani, mamme fanno da babysitter alla figlia dell’ambulante: «Vai pure a lavorare in pace»
In breve, un’ambulante errante su una spiaggia sotto il sole agostano viene aiutata spontaneamente dai bagnanti. Essi si prestano a fare baby sitting alla sua bimba mentre lei è impegnata a vendere i suoi prodotti. La notizia è relegata in un anonimo trafiletto invisibile come una storia di terz’ordine. Meglio sparare in prima pagina vicende di classismo, razzismo e ogni altro stigma, vero o inventato non importa, sui soprusi subiti da chi, meglio se straniero, fa lavori umili per sopravvivere. La “fake vera” è, in questo caso, già insita nelle modalità stuporose della narrazione. Il messaggio lanciato è: “In un mondo, anzi, in una Nazione di razzisti e nazisti da prima pagina c’è raramente qualche persona per bene.” In uno Stato dove un’ ex Vice Presidente del Consiglio, per quanto inefficace, viene tratteggiato come un assassino di migranti, per i media la gente non potrà mai essere solidale con chi deambula su una spiaggia a vendere bibite o cocco. Per cui è meglio trattare la notizia alla stregua di un necrologio. Come minimo, secondo un certo giornalismo politically correct, i bagnanti avrebbero dovuto trattare la bimba come avrebbe fatto Erode e ributtare a mare la madre come Capitan uncino con Peter Pan. Invece, la gente di quella spiaggia si è comportata in un modo normale, ma considerato anonimo vista la dimensione microscopica del trafiletto sul Corriere dei Corrieri. Su quella spiaggia non è importato a nessuno della nazionalità di quella persona, ma “la persona” e il fatto che essa avesse bisogno di aiuto, punto. Ma tutto questo quanto fa notizia? Zero spaccato! Meglio urlare “Al razzista, al razzista!” per essere più à la page. Scoprire che un numero considerevole di persone aiuta altre persone forse è noioso perché non alimenta polemiche e quindi non interessa. Dunque è meglio nasconderlo nelle righe di un micro articolo a vantaggio di denunce autoflagellanti che educano solo i nostri sensi di colpa più immotivati. E allora ci viene in soccorso Oscar Wilde: “In quest’epoca, tanti sono così ansiosi di educare il prossimo, che non hanno tempo di educare se stessi.”
Direi anche nella nostra epoca…